Opera sx:
Storia di Tizio Qualsiasi pt.1 – 100 x 100 computer grafica 2011
Opera dx:
Storia di Tizio Qualsiasi pt.2 – 100 x 100 computer grafica 2011
Realizzate per la mostra
IL TEMPO /mostra di computer grafica
12/26 giugno 2011
con A. Sportillo, B. Sorino, C. Solferino, G. Lombardi, M. de Gironimo
scrive Vincenzo Sardiello:
Le opere di Lerna illustrano le vicende raccontate in un libro di Fernando Trias de Bes intitolato “Il venditore di tempo”.
La storia narra di un Tizio Qualsiasi che, prigioniero di una vita chiusa […] decide di aprire un business nuovo del tutto originale: produrre e vendere scatole di tempo. La risposta del mercato è sorprendente. Tutti si indebitano per acquistare queste scatole. […]
L’opera di Lerna non si ferma solo alla sfera narrativa. L’artista aggiunge elementi di riflessione tutt’altro che banali.
Nella prima opera viene rappresentata l’origine dell’idea. La produzione di un oggetto che non ha in realtà vero valore economico, ma valore esistenziale. In una atmosfera metafisica sono presenti dei blocchi di cemento che rappresentano la realtà in cui vive il soggetto. Tale realtà costituisce una certezza solida per il soggetto, ma questa percezione di solidità comincia a vacillare in quanto si manifestano delle crepe. Il mondo oggettivo e reale in cui è immerso il soggetto è fatto di elementi che in maniera discrezionale vengono definiti prioritari, ma che in realtà sono del tutto secondari. Infatti, le formiche dalla testa rossa, la passione del tizio qualsiasi, calpestano senza alcun problema questa realtà solida accentuandone le criticità ed i punti di rottura. L’altro elemento oggettivo che nessuno mette in discussione nel mondo reale è l’elemento più astratto in assoluto: il tempo, rappresentato in maniera eloquente dalla sveglia. La sveglia allo stesso tempo richiama altre immagini di priorità: il dovere. Ci si deve alzare al mattino, si deve andare a lavorare, si deve pranzare, si deve ritornare al lavoro, si deve ritornare a casa alla sera. Tutte queste azioni sono dominate e determinate da un tiranno silenzioso: il tempo.
Il Tizio Qualsiasi imprigiona il tiranno silenzioso in delle scatole e rende libero il soggetto dalla sua tirannia. È ovvio che tutto il sistema economico che si regge sulle regole del tiranno silenzioso crolla come un castello di carte. Ed una nuova realtà si erge come un blocco di marmo solido su cui il soggetto può poggiare il suo io e dare una rappresentazione nuova di sé.
La seconda opera medita su questo nuovo blocco che comincia a presentare le sue crepe. Siamo nella fase della meditazione. C’è la rappresentazione di una sospensione del giudizio, in cui il tizio qualunque medita sulla sua azione e sulla sua idea, mentre una formica con la testa rossa lo guarda perplesso. Siamo dinanzi ad una epochè trascendentale. Nella fenomenologia husserliana l’epoché, o sospensione del giudizio, è un atto libero, volontario del soggetto volto non alla negazione del mondo, o all’affermazione del dubbio ontologico degli scettici, bensì alla «messa in parentesi» dell’atteggiamento naturale e di tutto quanto esso abbraccia sotto l’aspetto ontico, cioè l’intero mondo naturale che è costantemente «qui per noi», sia nella vita «pratico-naturale» di ciascun essere umano, che nelle scienze, come un mondo preliminarmente essente. In questa riflessione sospesa il tizio si ritrova con i suoi dubbi a contemplare l’oggetto di tutti i suoi malesseri e delle sue avventure: il tempo. Lo tiene sospeso con un filo, sovvertendo l’ordine naturale delle cose che vogliono il soggetto sospeso come un filo nel tempo. Il soggetto non sa come muoversi e quale direzione prendere in questa sua sospensione del giudizio.
Ogni realtà che pensa solida sembra essere destinata a frantumarsi. L’interrogativo resta dunque immutato: qual è il senso?